Buona domenica a tutti ragazzi! Rieccomi qua seduta sul comodo divano rosso della casa di mia nonna. Eh sì, in questi ultimi due giorni mi sto godendo un po’ d’aria della Calabria, precisamente quella di Crotone, in occasione della Festa della Madonna di Capo Colonna. Sono molto legata a questa festa sin da quando ero bambina, infatti non manco quasi mai. È maggio, e nella pacifica città di Crotone è festa grande! Proprio così, perché, oltre ad avere come patrono san Dionigi Areopagita, i crotonesi sono molto devoti alla Madonna raffigurata nel quadro di epoca bizantina, insieme al bambin Gesù che porta in braccio e che le bacia la mano.
Si dice che la devozione per la Madonna risalga intorno al 1500, proprio nel contesto delle incursioni saracene che, all’epoca, tormentavano le coste crotonesi. Il 1° giugno del 1519, una razzia saracena quasi distrusse il promontorio di Capo Colonna.
Era questa un’area magica dove si trovavano, nel periodo magno greco, grandi templi come quello di Hera Lacinia e dove il cristianesimo era subentrato al mondo pagano sostituendo il culto della Dea Madre con quello della Vergine Madre, grazie all’edificazione di un piccolo santuario dove si trovava questa immagine di Maria. Nella razzia, i turchi devastarono qualsiasi cosa in segno di disprezzo, inclusa la chiesetta, tanto che il quadro della Madonna fu addirittura bruciato. Secondo un antico racconto del canonico Basoino, però, nonostante i saraceni avessero attizzato il fuoco per oltre tre ore, l’immagine non si bruciò ma anzi irradiò dei bagliori miracolosi. Allora decisero di portare via il Quadro passando per la foce del Neto, ma la galea rimase ferma nonostante lo sforzo dei rematori. I turchi gettarono in mare la tela e la galea si mosse agevolmente, mentre il quadro approdò in un podere presso l’Irto di Capo Nao. A trovarlo fu un pescatore contadino, Agazio Lo Morello,che lo nascose gelosamente in una cassapanca. In punto di morte, rivelò al suo confessore il segreto.
Nel 1638 i turchi assediarono la città; il popolo si strinse attorno alla Sacra Icona esponendola sulle mura della città. I turchi alla vista della Vergine, atterriti, si ritirarono e fuggirono via. Crotone fu salva! Questo è uno dei primi miracoli avvenuti. Gli altri sono i seguenti:
-l’intera Calabria fu colpita da un terremoto nel 1832, solo la città di Crotone rimase intatta poiché il quadro era stato posto al centro di Largo Umberto I circondato dai suoi fedeli.
– nel 1851, la Vergine salvò Crotone da una grande epidemia di colera.
– miracolo più recente e significativo avvenne durante il pellegrinaggio del 1931, momento in cui, Don Armando Camposano, venne quasi schiacciato dal quadro, che stava per cadere dal carro trasportato dai buoi imbizzarriti. Mentre il quadro stava cadendo, Camposano urlò “Madonna mia fermati!“. I buoi, per miracolo, si calmarono, ed il quadro rimase pendente e non si schiantò per terra (ne tanto meno sul povero prete). Dopo qualche attimo di sconcerto, il quadro venne risistemato e il pellegrinaggio poté proseguire.
In occasione di questa festa, che si tiene ogni anno la terza domenica del mese di maggio, oltre alle magnifiche e coloratissime luminarie arrivano le giostre e la fiera che si ferma fino a sabato notte.
Immancabili sono i camioncini che vendono i panini con la porchetta, bancarelle di vestiario, bigiotteria, giocattoli, artigianato e prodotti tipici regionali come quelli pugliesi e siciliani. Ma quelle che risaltano più all’occhio sono sicuramente quelle con i dolci tipici calabresi presenti non solo in questa festa ma anche in altre feste di paese della Calabria. Ma di cosa sto parlando nello specifico? Ovviamente dei Mostaccioli (o in dialetto Mustazzoli). L’origine dei mostaccioli è greca, infatti Teocrito nei suoi Idilli li citava chiamandoli “mustacea”. Sono dolci tipici della zona di Soriano Calabro, oggi diffusi in tutto il mondo. Sono prodotti con ingredienti naturali, farina, miele calabrese e mosto caldo, sono biscotti duri, compatti, pesanti, dalle forme più svariate, decorate con carta stagnola colorata.
Altro dolce tipico calabrese è la “pitta n’ chiusa” che a Crotone prende il nome di “Pitta della Madonna” ed è preparato particolarmente in questo periodo. La si può comprare nelle pasticcerie più rinomate di Crotone e circondario. Gli ingredienti indispensabili per questo dolce sono: per l’impasto: farina di semola, olio e vino rosso. Per la farcitura: miele, uva sultanina, mandorle tritate, un pizzico di cannella e e chiodi di garofano in polvere. Ecco come si presenta:
La festa dal punto di vista religioso nel fine settimana di festa grande : La gente, prima della processione/pellegrinaggio nella notte tra il sabato e la domenica, si reca nella Cattedrale di Santa Maria Assunta per baciare e salutare il quadro della Madonna, posto a fianco dell’altare presso la navata centrale. Di notte avviene il grande pellegrinaggio a Capo Colonna, promontorio distante circa 15 km dalla città, che si svolge durante tutta la notte, dopo che il quadro esce dalla basilica verso l’una di notte, salutato affettuosamente dai fedeli per le vie della città, che si affacciano dai loro balconi illuminati e pieni di fiori, per ammirare il quadro in tutto il suo splendore e venerarlo buttando petali di rose insieme a bigliettini colorati con messaggi dedicati alla Madonna.
Il dipinto arriva, in processione, prima davanti al cimitero, posto in cui viene recitata un’omelia dal vescovo della diocesi, successivamente riprende il cammino ed arriva a Capo Colonna sul fare dell’alba, e lì risiede per tutta la giornata di domenica nella chiesetta santuario della Vergine. Di sera viene imbarcato e portato via mare al porto turistico di Crotone, salutato al suo rientro da fuochi artificiali e riportato nella Cattedrale.
Vi consiglio vivamente di venire a visitare questa città ricca di storia e di culture diverse che hanno caratterizzato il popolo crotonese e calabrese in generale. Il clima è caldo ma nello stesso tempo ventilato dalla brezza marina dello Ionio, su cui si affaccia Crotone.
Ecco Capo Colonna in due cartoline degli anni’70. La colonna qui presente è l’unica superstite del tempio di Hera Lacinia.
Fonti:
La nonna Marcella
Wikipedia
Sito ufficiale Madonna di Capocolonna
portalecalabria.com
briganteggiando.it